LEGGERE NELLA MENTE I PENSIERI DEGLI ALTRI… IL DESIDERIO PROIBITO CHE SI FA (QUASI) REALTA’.

 

Tutti abbiamo desiderato, almeno una volta, di poter conoscere i pensieri degli altri. Per  fare bella impressione, conquistare una bella ragazza o superare un esame particolarmente problematico. Con questo esperimento, le neuroscienze assottigliano la distanza fra utopia e realtà.

Tre persone, in tre diverse stanze, connesse fra loro solo telepaticamente, hanno giocato riuscendoci a un videogioco simile a Tetris.

E’ l’esperimento realizzato dai ricercatori dell’università di Washington e di cui fa parte anche l’italiano Andrea Stocco, creando una sorta di primo social network di cervelli al mondo.

LO STUDIO

Per l’esperimento il team di studiosi si è avvalso di due apparecchi usualmente utilizzati in medicina: una macchina che registra l’elettroencefalogramma (o EEG), cioè un tracciato dell’attività elettrica del cervello; e un dispositivo per la stimolazione magnetica transcranica, che permette di attivare specifiche porzioni del cervello dall’esterno della scatola cranica attraverso un impulso elettromagnetico.

L’ESPERIMENTO

Con il primo apparecchio sono stati registrati i cambiamenti nell’attività elettrica del cervello, e inviare le informazioni a una seconda persona.

Concentrandosi su una luce che lampeggia con una frequenza di 15 hertz è possibile modificare con facilità l’attività del cervello. Con la stimolazione magnetica, invece, è possibile trasmettere messaggi al cervello, in particolare sotto forma di lampi di luce che appaiono nel campo visivo quando si concentra l’impulso elettromagnetico dell’apparecchio nella zona occipitale.

LAMPI E AZIONI

Con questi apparecchi, i ricercatori hanno inventato un modo per mettere in contatto due cervelli. Un primo volontario concentra l’attenzione su una delle due luci dell’esempio precedente (a 15 o 17 hertz), l’EEG viene decodificato e l’informazione trasmessa a una seconda persona, il ricevente. A questo punto l’informazione è tradotta in un impulso magnetico, che produce un numero variabile di lampi nel suo campo visivo, e permette di trasmettere brevi messaggi stabilendo per convenzione una sorta di alfabeto morse rudimentale: un lampo sì, due lampi no.

DUE TRASMETTITORI E UN RICEVENTE

Questo il sistema utilizzato anche in passato, ma nel nuovo studio Stocco e colleghi sono andati ben oltre, mettendo in comunicazione non due ma tre cervelli contemporaneamente.

Nello studio, due persone hanno svolto il ruolo di trasmettitori, e una quello del ricevente. L’esperimento prevedeva di giocare a un videogioco simile a tetris, in cui un pezzo di forma variabile cade dall’alto dello schermo, e il giocatore deve decidere se e come farlo ruotare per incastrarsi nei pezzi già presenti nel campo di gioco.

UN TETRIS PER TRE

I due trasmettitori avevano a disposizione una visuale dell’intero campo da gioco, e potevano quindi prevedere la mossa giusta per far incastrare ogni pezzo a dovere. Mentre il ricevente, incaricato di muovere i pezzi, vedeva solamente la parte alta dello schermo, e non poteva quindi sapere quale fosse la mossa giusta.

Tutti i partecipanti, posti in stanze diverse, non potevano comunicare in alcun modo, se non attraverso l’interfaccia cervello-cervello. Guardando un led con frequenza 15 hertz inviavano al ricevente l’informazione “non ruotare il pezzo”, che a lui appariva come assenza di lampi e luci, mentre guardando quello da 17 hertz lo invitavano a “ruotare il pezzo”, attraverso la comparsa di un singolo lampo. Dopo aver ricevuto le indicazioni di entrambi i due trasmettitori, il ricevitore doveva scegliere come muovere il pezzo, utilizzando a sua volta l’Eeg per effettuare la mossa (concentrandosi cioè su uno tra due led a frequenze differenti).

LA MOSSA GIUSTA

I ricercatori hanno dimostrato che in questo modo i tre partecipanti riuscivano a effettuare la mossa giusta con una precisione dell’81%. Ma soprattutto, anche manomettendo il segnale il ricevente è risultato in grado di effettuare la mossa giusta dopo poche mani di allenamento, imparando a riconoscere i messaggi affidabili basandosi unicamente sulle informazioni che raggiungevano il suo cervello attraverso la stimolazione magnetica.

I SEGRETI DEL CERVELLO UMANO

I ricercatori assicurano che nulla vieta di replicare i risultati a distanze maggiori, fino a creare una sorta di social network cerebrale in cui un numero qualsiasi di partecipanti collabora per risolvere un dato task. “Realizzare una simile interfaccia cervello-cervello permetterebbe non soltanto di aprire nuove frontiere nella comunicazione e collaborazione tra esseri umani, ma ci fornirebbe anche una comprensione molto più profonda del funzionamento del cervello umano”.