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L’ARTE PUO’ FAR MALE…

“Notre Dame brucia e io non posso far altro che stare a guardare”.

“Notre Dame brucia ma non muore. L’arte ci aiuta a sopravvivere, a renderci immortali. Per questo non morirà mai”.

E’ di questa strada infernale lastricata di buone intenzioni che converso nel giardino appena sfiorato dalla primavera, con le voci dei miei interlocutori che tengono coraggiosamente testa al pianto che ci invade il cuore. Eppure Parigi è accartocciata su se stessa, mutilata nella sua bellezza che si è sempre creduta invincibile.

L’arte può far male, penso. Perché c’è una relazione organica tra i mattoni di una chiesa, un castello, un palazzo e la vita: quando distruggi una distruggi l’altra. Non a caso, un monumento si fa spesso simbolo di tutto ciò che una mente dittatoriale odia, e la prima cosa che fanno i regimi totalitari è distruggere il passato per legittimare il loro presente. Ma non è questo il caso.

E’ sempre impressionante vedere come possiamo commuoverci per qualcosa che possiamo, al tempo stesso, ignorare per gran parte della nostra vita. Notre Dame è sempre stata lì. L’abbiamo visitata, apprezzata e fors’anche amata. Ma solo stasera mentre brucia, ne comprendiamo il significato.

Un mio professore prima di dettagliare astratti concetti filosofici, ci faceva passare di mano in mano un sasso. E’ quello che cerco di fare anch’io. E’ come se volessi dire ai miei discenti: sentite il sole o il vento sulla faccia, e ditemi cosa vedete. Molti non vedono. Non è facile percepire quanto sia bella la realtà, con tutte le sue imperfezioni. Se non ci è stato insegnato. Puoi essere circondato da tutta l’arte che vuoi, ma amarla non è scontato come è lecito immaginare.

Ritorno alle riflessioni silenziose che vivevo durante le mie soste in Notre Dame, dove cercavo di capire il mondo, in uno spazio che si faceva religioso e sacrilego allo stesso tempo. “L’unica cosa sacra nell’arte è il profano, diceva Salman Rushie -. Le opere, i monumenti, le costruzioni non sono qui per farti sentire a tuo agio, o darti consolazione spirituale”. Sono qui per farci sentire vivi, con tutte le loro contraddizioni. Peccato che spesso ce ne rendiamo conto quando qualcosa va distrutto.

Notre Dame brucia, forse, proprio per non morire.

La BELLEZZA SALVERA’ il MONDO… ma se non sapessimo come riconoscerla, la bellezza?

Se uno dei più grandi musicisti al mondo vi intrattenesse alla fermata della metro, gratuitamente, suonando la miglior musica mai scritta, lo ignorereste?

Sì. Lo fareste. Allo stesso modo di migliaia di altre persone. Perché siamo molto bravi a ignorare la bellezza e altrettanto incapaci a riconoscere il talento in un contesto inaspettato.

E’ quanto accaduto nella stazione della metropolitana di Washington, una fredda mattina di gennaio all’ora di punta. Il musicista che si è prestato all’esperimento è Joshua Bell, capace di imparare a suonare all’età di cinque anni e a 15 ad apparire come solista con la Philadelphia Orchestra diretta da Riccardo Muti.

Su iniziativa dell’editorialista Weingarten del Washington Post, Bell in incognito, come un suonatore ambulante, suonò sei pezzi di Bach nell’atrio della stazione L’Enfant Plaza della metropolitana di Washington. L’esperimento venne videoregistrato da una telecamera nascosta; di 1.097 persone transitate, solo sette si fermarono brevemente ad ascoltarlo e solo una lo riconobbe. Per la sua performance di 45 minuti, Bell raccolse $32,17 da 27 passanti. Solo tre giorni prima aveva fatto il tutto esaurito con un repertorio simile alla Symphony Hall di Boston dove il prezzo per un posto in platea era di 100 dollari. Per l’articolo su questo esperimento, intitolato Pearls Before Breakfast, pubblicato l’8 aprile del 2007, Weingarten vinse il premio Pulitzer.

Si potrebbe fare l’errore di bollare questo esperimento come un difetto di percezione. Personalmente è molto di più. La bellezza, è stato detto, salverà il mondo, ma se non troviamo qualche minuto per ascoltare uno dei migliori musicisti al mondo, se non sappiamo riconoscere la bellezza quando ci sbattiamo contro, quante altre cose ci stiamo perdendo?