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IL PIACERE DELLA PAURA

“L’ultimo uomo rimasto sulla Terra siede da solo in una stanza. Qualcuno bussa alla porta”.

Spaventati ? 
o
Divertiti ?

La paura è una emozione interessante e non del tutto spiacevole. Ricordate il gelido brivido lungo la schiena durante la visione di un film dell’orrore o la lettura di un incipit come quello che proposto qui, in apertura (erroneamente attribuito a Stephen King, anzichè a Fredric Brown): un brillante esempio di come usare la suspense nello spazio di un respiro.

Quel brivido è paura e l’essere umano adora essere spaventato.

Per quanto appaia illogico, c’è la biologia alla base della attrazione verso la paura. La paura stimola la secrezione di adrenalina, scatenando il riflesso primordiale del “combatti o fuggi”. Riflesso che a sua volta produce epinefrina, un altro ormone, responsabile della sensazione di piacere estremo.

Il sangue affluisce ad arti e muscoli, privandone il cervello e rendendoci incapaci di pensare lucidamente: la paura è un persuasore molto efficace. Un esempio? L’abuso di psicofarmaci, medicine, detergenti antibatterici e via dicendo. Spesso l’acquisto del prodotto (antidoto) è per il nostro cervello l’unico e veloce modo di liberarsi di quell’emozione.

Pensiamo a ciò che ci spaventa: perdere il lavoro, non riuscire a pagare il mutuo, essere lasciati, la solitudine, non avere amici, non essere all’altezza, ammalarci di cancro, guidare, volare, l’effetto serra, il buio, il virus della mucca pazza, ingrassare, perdere i capelli, il mercurio nel pesce, gli ormoni nella carne, il terremoto, non essere al sicuro, che i nostri figli vengano rapiti, non essere alla moda, non essere sufficientemente intelligenti, essere noiosi, venir dimenticati e chi più ne ha più ne metta…

Molti brand sfruttano (generando e amplificando) queste ed altre innumerevoli paure, quelle che gli antropologi chiamano “paure panoramiche”, spingendoci a comprare ogni sorta di “antidoti”. Avete presente il gel igienizzante per le mani (i cui slogan assicurano di proteggerci dal contagio di qualsiasi germe)?

La spinta all’acquisto l’hanno data la paura di contrarre la SARS (la sindrome respiratoria acuta grave) e l’influenza suina (causata dal virus H1N1), eppure i gel antibatterici non prevengono nè la suina nè la SARS. Entrambi i virus infatti si propagano per via orale (tramite starnuti e tosse delle persone già infette), nonostante questo l’idea di un contagio invisibile e potenzialmente mortale ha scatenato una vera e propria mania per gli antibatterici…

Ben venga dunque la paura e anche se da un lato è utile perchè ci coalizza contro un nemico comune, non dimentichiamo che è allo stesso tempo capace di creare legami in modo perverso quanto piacevole (l’acquisto libera, ricordate, l’ormone della gratificazione…).

Buon spavento a tutti

Il GATTO SALE o SCENDE?  SCONSIGLI per gli ACQUISTI

Un uomo entra in un elegante negozio di abbigliamento per acquistare un abito di sartoria e un maglione.

Se tu fossi il commesso quale fra i due articoli mostreresti per primo, per avere un guadagno più alto?

Maglione e Abito?
Abito e Maglione?

La risposta più vantaggiosa è proporre per primo l’oggetto più costoso (l’abito in questo caso).

Perchè?

Per il principio di contrasto: prima l’abito, perchè quando sarà il momento di scegliere il maglione, anche se costoso, il prezzo non sembrerà così alto rispetto la cifra pagata per il vestito.

Inizialmente l’idea di spendere 100 o 150 o addirittura 200 euro per un maglione potrebbe non essere accolta nel migliore dei modi, ma se si è appena acquistato un abito da 1000 – 1500 euro, i 150 euro del maglione non sembreranno più così eccessivi.

Contrariamente al senso comune, i dati confermano la potenza, quando applicata, del principio di contrasto.

“Quando una persona entra in un negozio di abbigliamento con l’intenzione espressa di comprare un abito – spiegano Whitney, Hubin e Murphy nel loro libro The new psychology of persuasion and motivation in selling – quasi sempre spenderà DI PIU’ per qualunque eventuale accessorio, se lo compra DOPO l’acquisto dell’abito che non prima”.

Il principio di contrasto funziona solo se si presenta per il primo il prodotto più caro: se mostrato per ultimo verrebbe percepito molto più dispendioso di quello che in realtà è.

Se ad una festa incontrate una bellissima donna o un bellissimo uomo e poco dopo vi imbattete in una persona dello stesso sesso non molto attraente, quest’ultima sembrerà più brutta di quanto realmente è.

Il principio di contrasto è universale.

Qualche dubbio?

Prendi 3 vaschette e riempine una con acqua fredda, una con acqua tiepida e una con acqua calda. Immergi poi contemporaneamente una mano nell’acqua calda e l’altra nella vaschetta dell’acqua fredda. Quindi immergile entrambe nella vaschetta di mezzo, quella con acqua tiepida.

Cosa senti?

La mano che precedentemente è stata immersa nell’acqua fredda ora percepisce la temperatura ambiente come calda, l’altra fredda. Ma la temperatura della vaschetta di mezzo è sempre tiepida.
Una stessa cosa può essere fatta sembrare diversa a seconda dell’evento che l’ha preceduta.

Potente e silenzioso questo effetto, o no? La prossima volta che entrerai in un negozio, quale articolo ti farai mostrare per primo se vuoi essere tu a decidere?