Lo STRANO CASO dei NEURONI SOPRAVVISSUTI alla MORTE

Mentre il corpo veniva macellato e trasformato in bistecche, la testa viaggiava verso il laboratorio di neuroscienze di Yale a New Haven nel Connecticut per essere collegato a una macchina che pompava sangue artificiale. Allo scopo di mantenere in vita i neuroni.

Questo è l’esperimento, condotto su maiali, con l’obiettivo di “studiare la linea di confine fra la vita e la morte, la mente e il corpo”. A elettroencefalogramma piatto, i neuroni dei maiali anziché distruggersi in pochi minuti come solitamente avviene alla morte, sono rimasti attivi fino a 10 ore dopo il decesso.

L’esperimento, pubblicato sulla rivista scientifica Nature, ha visto conservare il cervello in una  vasca larga all’incirca un metro, collegato da una estremità alle due carotidi e dall’altra al computer che gestiva l’irrorazione di sangue artificiale, contenente emoglobina e sostanze nutritive per le cellule.

Lo studio è durato dieci ore ma in teoria se si fosse continuato a irrorare i cervelli dei maiali, i neuroni avrebbero potuto rimanere in vita per un tempo più lungo.

Affinchè ci sia coscienza c’è bisogno di un’attività dei neuroni sincronizzata che comunicano e creano delle onde, invece durante l’esperimento ad attivarsi sono stati solo singoli isolati neuroni, tra l’altro dopo stimolazione elettrica.

Le cellule durante le dieci ore di attività hanno consumato zucchero, ossigeno e rilasciavano neurotrasmettitori, indice che le loro sinapsi erano funzionali. Ma qui finisce ogni paragone con ciò che chiamiamo vita.

I ricercatori, guidati da Nenad Sestan, su questo non hanno lasciato spazio a fraintendimenti: “Il ripristino di alcuni processi cellulari – sono le loro parole pubblicate su Nature – non significa recupero delle normali funzioni cerebrali. Al contrario, mai abbiamo osservato quel tipo di attività elettrica globale che associamo al concetto di coscienza, percezione o alle altre funzioni cerebrali superiori“.

Uno degli obiettivi di questi studi è usare dei neuroni attivi per testare farmaci contro Alzheimer, Parkinson e molte altre malattie del cervello. La presenza di percezione o coscienza spalancherebbe questioni etiche enormi non facilmente risolvibili“.

Capire quali sono le capacità di sopravvivenza dei neuroni in assenza di nutrimento – come avviene durante infarti e ictus – aiuterebbe i medici ad affrontare meglio i postumi di queste malattie.

Per studiare il cervello, in molti casi, sono necessarie tecniche anatomiche, ecco perché mantenendo attive alcune funzioni e aree cerebrali dopo la morte, aiuterebbe a studiare le connessione fra i neuroni e disegnare mappe funzionali. E chissà, magari anche a guardare con i nostri occhi, la coscienza.